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Intoss. alim. da stafilococco

Batteri

INTOSSICAZIONE ALIMENTARE DA STAFFILOCOCCO





Batterio: Il batterio interessato e lo Staphylococcus aureus. Questo batterio si moltiplica nel cibo producendo diverse enterotossine ( stabili a temperatura di ebollizione ) che sono le responsabili dell'intossicazione.



Cenni clinici: Si tratta di un intossicazione e non di un infezione, ad esordio brusco e spesso violento, caratterizzata da nausea intensa, crampi, vomito e stati di prostrazione.

Questi sintomi caratterizzanti l'intossicazione sono molto spesso accompagnati da diarrea e da temperatura corporea subnormale e livelli pressori diminuiti. Occorre comunque precisare che gli esiti letali sono veramente rari e la durata della malattia solitamente non oltrepassa i due giorni.

Spesso l'intensità dei sintomi può richiedere l'ospedalizzazione e, in casi sporadici, l'esplorazione chirurgica.
Il serbatoio tipico è rappresentato dall'uomo anche se occasionalmente si è rinvenuta nelle mucche affette da mastite e nei cani. Ka trasmissione avviene attraverso l'ingestione di cibo contenente enterotossina staffilococcia.

I cibi interessati sono prevalentemente quelli che vengono a contatto con le mani di quanti ( infetti ) manipolano cibi senza che questi vengano successivamente cotti o senza un adeguato riscaldamento o refrigerazione.

Tra questi cibi vanno certamente inclusi: Pasticcini, creme, maionesi, tramezzini, carni tagliate a fette e consumate fredde ( tipo roast_beef e carpacci ).

La tossina ha anche la capacità di svilupparsi negli insaccati quali ad esempio prosciutti e salami non adeguatamente trattati e nei formaggi non pastorizzati.

Quanto questi alimenti rimangono a temperatura ambiente per diverse ore prima di essere consumati, gli staffilococchi tossino-produttori si moltiplicano ed elaborano la tossina.

Gli organismi possoano avere origine umana da secrezioni purulente di un dito infetto, dagli scessi, dagli occhi e dalle eruzione facciali acneiformi, da secrezioni orofaringee ma anche dai bovini come nel caso del latte e dei prodotti caseari contaminati.

L'intervallo tra l'ingestione dei cibi contaminati e l'esordio della malattia va dai 30 minuti alle 8 ore e solitatamente si attesta su un periodo compreso tra le 2 e le 4 ore.

Le persone colpite non sviluppano resistenza.


Diagnosi:
La diagnosi è spesso semplificata dall'identificazione di un gruppo di persone con un quadro clinico acuto e caratteristico, dominato da sintomi gastrointestinali e da un intervallo breve tra la consumazione del pasto e l'esordio della malattia.

Nel caso di un epidemia la diagnosi può e deve essere corroborata dal reperto di un elevato numero di staffilococchi produttori di enterotossina ( superiore o uguale a 10 alla 5^ organismi per grammo ) su terreni di coltura routinari da un alimento sospetto. occorre notare che l'assenza di staffilococchi nella coltura di un cibo riscaldato non esclude la diagnosi; la colorazione gram dei cibi permette di mettere in evidenza i microrganismi che possono essere stati uccisi dal calore.

Può essere possibile l'identificazione delle enterotossine oppure della termonucleasi nel cibo in assenza di organismi viventi. L'isolamento di organismi dello steso fagotipo dalle feci o da l vomito di due o più malati contribuisce a porre la diagnosi.

La fagotipizzazione ed i test dell'enterotossina pssono essere di contributo anche se non sono, solitamente, disponibili di routine.



Misure preventive: La prima misura preventiva consiste nell'educare chi manipola gli alimenti ad una rigorosa igiene personale, dei materiali utilizzati e dei locali. Occorre poi ridurre i tempi di manipolazione degli alimenti al minimo assoluto riducendo la permanenza a temperatura ambiente a non più di 4 ore. Glia alimenti deperibili vanno tenuti al caldo ( sopra i 60°C ) o al freddo ( sotto i 10°C o megli ancora sotto i 4°C ) in larghi contenitori coperti nel caso dovessero essere conservati per più di  2 ore.

Quanti presentino bolle, ascessie altre lesioni purulente alle mani, al viso ed al naso devono essere temporanemante esclusi dalla manipolazione dei cibi.



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