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Legionella

Batteri

LEGIONELLA





Batterio:
Le legionelle sono batteri Gram- e sono parassiti di micro-organismi cellulari, invasori intercorrenti di fagociti umani.

Si tratta di batteri molto diffusi negli ambienti acquatici e, purtroppo nei sistemi artificiali di distribuzione dell'acqua e di condizonamento dell'aria. Si tratta di organismi alquanto esigenti dal punto di vista nutritizio che necessitano di speciali terreni di coltura.

Il terreno di coltura ottimale e' composto da alti livelli di aminoacidi, di cisteina, di ferro inorganico e di carbone attivato con bassi tenori di sodio.

Il batterio cresce bene con temperature fino a 46'C e riesce comunque a tollerare temperature molto piu' alte.

Al momento ne sono stati identificati 18 sierogruppi di L. pneumophila. Al  momento  solo la L. pneumophila e' stata svariate volte associata alla malattia in pazienti sani.

Altri organismi quali, ad esempio, la L. micdadei, la L. longbeachae, la L. dumoffii, la L. mbozemanii sono invece, per lo piu', colpevoli della malattia nei soggetti immunocompromessi.

In totale sono state identificate 35 specie di legionella con almeno 45 sierogruppi.

A causa della facilita' con cui le legionelle sopravvivono  e si "riproducono" nell'acqua di rubinetto e' assolutamente necessario evitarne l'uso nella terapia respiratoria.



Cenni clinici: La legionella era una specie sconosciuta ( studi di ibridazione DNA-DNA dimostrano che non vi sono parenti prossimi delle legionellacee tra i batteri conosciuti ) fino alla famosa epidemia del 1976 che colpi le persone preesenti ad un congresso della Legione Americana.

Al termine dell'epidemia 182 persone risultarono ammalate e 29 di esse morirono.

Per un lungo periodo le cause rimasero sconosciute fino a che iniettando campioni di tessuto polmonare di pazienti infetti nella cavita' peritoneale di cavie riuscirono ad instaurare una coltura identificando poi il bacillo.

Il batterio puo' causare due malattie distinte da un punto di vista clinico ed epidemiologico: la malattia del legionario e la febbre di Pontiac.

Il periodo di incubazione varia da 2 a 10 giorni nel caso della malattia dei legionari a un periodo compreso tra le 5 e le 70 ore nel caso della febbre di Pontiac.

Sono entrambe caratterizzate, almeno all'inizio, da anoressia, cefalee, mialgia e un diffuso malessere. Nel giro di 24 ore subentra una febbre che tende ad aggravarsi ed e' accompagnata da brividi. La febbre raggiunge rapidamente i 39 / 40 'C.

Gli esseri umani acquisiscono l'infezione da una fonte ambientale e non e' mai trasmessa da una persona ad un altra.

Nel caso della legionellosi si hanno addensamenti diffusi ( talvolta a focolaio ) che progrediscono fino alla insufficienza`respiratoria. Il tasso di letalita' e' introrno al 40% nei casi ospitalizzati, piu' alto nei pazienti immunocompromessi.

Di norma la malattia tende a manifestarsi maggiormente con l'avanzare dell'eta' e colpisce in maniera piu' violenta i fumatori, gli affetti da diabete mellito, da malattie polmonari croniche, e da malattie renali e tumorali.

Nel caso della febbre di Pontiac i pazienti guariscono nel giro di 2/5 giorni spontanemente e si presume che sia causata non gia' da un invasione batterica quanto di una reazione all'inalazione dell'antigene.


Diagnosi:
La diagnosi in laboratorio e' alquanto difficile perche' i batteri presenti nell'escreato sono pochi e si colorano male.

Di norma si utilizza la colorazione fluorescente diretta con anticorpo (DFA) o l'individuazione con saggio immuno-enzimatico dell'antigene del sierogruppo 1 della L. pneum. nell'urina.

Occorre pero' precisare che l'unico sistema di diagnosi certo e' la coltura in vitro che pero' richiede dai 3 ai 5 giorni.


Cura:
Poiche' la diagnosi e' complessa, non certa e richiede alcuni giorni e' necessario instaurare subito un idonea terapia quando si sospetti un caso di malattia dei Legionari.

Le legionellacee sono sensibili, in vitro,  alla maggior parte degli antibiotici. Tuttavia occorre utlizzare farmaci che abbiano la capacita' di penetrare all'interno delle cellule infette come l'eritromicina e la tetraciclina.

Occorre prestare attenzione ad evitare l'utlizzo di famaci come la penicillina o la cefalosporina che penetrano male nelle cellule eucariotiche e sembrano provocare un aggravamento della situazione durante il loro uso.



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